mercoledì 16 marzo 2016

LE MIE AVVENTURE - 40 giorni in India, tra studio e relax (SECONDA PARTE)

LE MIE AVVENTURE
40 giorni in India, tra studio e relax

(SECONDA PARTE)




Eccomi dunque, dopo 24 ore di viaggio, a Goa in auto con l'autista ed altri due studenti prelevati in aereoporto.

Non nascondo che nel breve tragitto che dall'aeroporto di Vasco Da Gama, risalendo il fiume Zuari, fino all'appartamento in cui ho alloggiato a Caranzalem, nell'area di Panjim (la capitale), mi sono chiesto piú volte:"chi me l'ha fatto fare?"...

Osservando dal finestrino, quello che si mostrava ai miei occhi era un paesaggio quasi post atomico...desolazione, rifiuti ovunque, rottami di navi arrugginite abbandonate, capanne di metallo, insomma sembrava di essere all'interno di Resident Evil...anche perché la rara gente che vedevo lungo la strada, indossava stracci sporchi, era scalza, aveva una camminata lenta ed uno sguardo fisso, sperduto, proprio come gli zombie del gioco...ma questa era la realtá...quindi, sicuramente non mangiavano gli umani e probabilmente nemmeno altro...chissá da quanto..
Comunque, ho voluto estraniarmi da questo pensiero e presto l'ho sostituito con l'eccitazione e la curiositá rispetto a ció che avrei trovato in questa esperienza che stava cominciando.

Al mio arrivo all'appartamento verso le 14:00 ora locale(avanti di 4h e 30m rispetto all'Italia), dopo aver felicemente constatato che non dovevo alloggiare in una baraccopoli e che la mia stanza non era per niente male, mi sono rilassato, giustamente, perché l'indomani, cominciava subito la prima lezione del mio corso.


In appartamento la cena era fissata alle ore 19:00 e si faceva nel soggiorno dell'alloggio al piano superiore, dove c'erano 3 addetti alle esigenze degli studenti (non uso la parola "cuochi" perché non facevano solo quello) che ci preparavano pasti prettamente indiani.

Ed ecco il momento di confrontarmi con uno dei miei "limiti"...
Io non mangio né frutta né verdura dalla nascita (devo aver subito un trauma da piccolo...tipo un incidente con un camion di ortaggi) e per questo si spiegano molte delle mie magagne...tra le quali gastrite cronica, ernia jatale ed una brutta colite che mi portavo giá da casa...ma in India...é risaputo, la vacca é sacra e la popolazione é per gran parte vegetariana...quindi...aiuto!
Ma...cosa vedono i miei occhi?
Pollo, pollo, tanto pollo!! Bene...Sono salvo!
Il riso, il pane (naan) ed il pollo erano immancabili...quindi il problema cibo poteva ritenersi risolto, se non fosse per il fatto che i nostri amici indiani avessero un concetto di "piccante" equivalente a "necessario", quindi ogni volta dovevo ripulire il pollo dal condimento per non rischiare che la bocca si ustionasse e l'intestino mi si perforasse...

La prima lingua ufficiale in India é l'Hindi, ma fortunatamente l'inglese é considerata la seconda e comunicare con i locals non é stato troppo difficile, a parte che 2 tuttofare su 3, le uniche parole che sapevano pronunciare erano: "Good Morning Sir", "Good evening Sir", "want chicken?" e "want eggs?", mentre l'altro, Sanjay (che era il referente dell'azienda e responsabile degli ospiti) parlava un buon inglese ed é stato sempre molto disponibile ed efficente nell'aiutare noi studenti in molte occasioni e lo ringrazio per tutto.



A cena ho conosciuto gli altri studenti che in quei giorni stavano svolgendo altri corsi, sempre nella stessa azienda:
-Joel, circa 50enne olandese, che avevo giá incontrato in aereo da Mumbai a Goa, dato che casualmente era seduto a mio fianco e mi sono accorto che anche lui era lí per studiare nello stesso posto quando l'autista ci ha prelevati entrambi dall'aeroporto, oltre che per incontrare la sua compagna che invece ne approfittava per farsi una vacanza.
-Nashwa, egiziana sui 45 anni, che ogni volta che la guardavo...mi ricordava Topo Gigio (mai visto due guance cosí rotonde eheh)
-Abdul (mi pare che si chiamasse cosí) ed il suo amico, entrambi da Abu Dhabi, che lavoravano per una societá governativa, ma avevano l'aria molto misteriosa anche perché non parlavano mai in inglese tra di loro, solo in arabo...
-Poi Leticia (Letty), americana con gli occhi a mandorla, molto carina, sposata, ma non ho mai capito la sua etá...Io non le davo certo piú di 35 anni, ma a quanto pare ne aveva piú di 40...dato che aveva una figlia di 22 anni...anche se non ne son tutt'ora convinto.
Poi in un mese di permanenza si sono alternati altri studenti come:
-Colin dall'Olanda 40enne che non ho ben capito se fosse lí per studiare o per andare ai mega parties in spiaggia, che in quel periodo(molto turistico) abbondavano...
-Donald dal Galles, 40enne allegro e giovanile
-Colin dal Galles, tra i 50 ed i 60, gran pokerista ed ex pugile...
-un'altro 45enne dall'Australia di cui non ricordo il nome
-una coppia di sposini afgani con lui lí per studio e lei per accompagnarlo

                                               (Colin Galles - Autista - Sanjay)

Dopo cena, ognuno nel suo mini appartamento, quindi ho acceso la tv, per rilassarmi un pó e per vedere cosa offre...
Beh...diciamo che dopo qualche giorno di curiositá, se l'accendevo era solo per sintonizzarmi sulle reti di news o musicali, per scoprire la musica locale e vedere un pó chi fossero gli idoli indiani...:)
Troppo ridere quando facevano vedere i videos anni 80...o i vecchi films...
Per il resto erano films e sit-com indiane, che non ci capivo una mazza, ma ce n'era una che mandavano a tutte le ore...e capitava che mi impalassi a guardarla...
Difficile pure da spiegare, effetti sonori ad ogni parola, facce strabuffe e personaggi demenzialissimi...mai visto niente di simile...ma era a suo modo divertente...


(giusto un assaggio)


Dopo un giorno e mezzo sveglio, non mi ci é voluto molto per addormentarmi...
La sveglia ogni giorno era puntata alle 7, ma non ce n'era bisogno perché alle 6 i numerosi corvi cominciavano a starnazzare, alle 6:30 c'era un tipo che suonava una trombetta fastidiosissima (il classico "popi-popi"), poi ho scoperto che era quello del pane...e se non bastasse, il risveglio era assicurato quando sentivo sempre la solita persona (che non ho mai capito chi fosse) avere i conati di vomito per poi sputare sonoramente (penso il fegato), da qualche parte...
Dicono che sia un rito che in molti fanno, come per purificarsi...comunque mai sentito nulla di simile...

Alzato dal letto, ogni giorno aprivo le tende per far entrare luce e c'erano sempre animali diversi, mucche, gatti, il kingfisher (un uccello azzurro simpaticissimo), aironi, aquile, cani uccelli blu, uccellini neri, uno giallo, ecc...



Ma i piú simpatici erano una famiglia di corvi, che aspettavano sempre che gli lanciassi le patatine o i crackers per litigarseli, poi c'erano due cuccioli grandicelli (erano grandi come gli altri) che pedinavano i genitori e piangevano per farsi imboccare...(bambaccioni!!)



Ma tornando al primo giorno...
Colazione alle 8, non mi sono ancora ripreso del tutto, ma l'entusiasmo e la necessitá di capire come funzionavano le cose...mi hanno dato una mano.

Ore 8:45 tutti "in the cab" direzione istituto.

Dalla macchina i miei occhi erano puntati all'esterno, mi guardavo intorno come un marziano sbarcato sulla terra, per cercare di cogliere piú informazioni possibili e le immagini che mi passavano davanti non erano proprio quelle che avrei sperato...
Siamo nella periferia di Panjim, guardo le abitazioni, fatiscenti, i panni lavati che sembravano ancora sporchi stesi sui tetti di lamiera, coperti da teli in nylon fermati con dei mattoni, immondizia e cani randagi addormentati ai lati delle strade...
Poi passiamo sul lungomare, attraverso una stradina stretta con bambini scalzi che giocano sulla strada..
Siamo solo ad un paio di km dalla cittá e posso vedere la spiaggia immensa e deserta, attraverso le palme e gli altri alberi che ne coprono la vista, ma ci andró piú tardi...
Il traffico si fa piú intenso e subito mi rendo conto che il clacson lo usano compulsivamente, ogni volta che due veicoli si incrociano o si avvicinano (esasperante se non se ne capisce il senso)...
Praticamente, nelle strade indiane, non ci sono regole, a parte la guida con senso di marcia a sinistra, il resto segue le regole del:"nessuno ha la precedenza, finché non se la prende" e "se c'é un buco mi ci infilo" quindi qui il clacson é fondamentale per informare tutti che si é nei paraggi, ma la gente non é innervosita dal continuo strombazzare, a parte in alcune occasioni in cui il clacson diventava un suono interminabile al quale facevano seguito strane parole, ma sempre sorridenti...:))

La scuola é un doppio palazzo unito da corridoi nella parte posteriore, per salire al quarto piano dovevo scegliere le scale o l'ascensore.
L'ascensore, 1m x 1m senza protezione, col muro che ti scorre davanti, ma é stata un'opzione che ho scelto solo il primo giorno, sia perché non c'era molto da fidarsi, sia perché all'interno non si respirava e sia perché mi precludevo l'unico movimento che potevo fare durante il giorno, quindi solitamente preferivo le scale...


Ora, ok, facciamo pure sport, ma l'odore é nauseante, saranno forse le esalazioni degli sputi rossi che tappezzano i muri, al punto che la prima impressione é stata che avessero commesso svariati omicidi in quelle scale...
Perché gli sputi fossero rossi, non saprei, forse a causa della pietra rossa che usano qui...che si trova in forma polverosa ovunque, anche nell'aria...


Arrivo e la mia aula é la N. 17 (ovviamente), il mio insegnante é un locale Hubert, circa 30 anni, al quale daró molto filo da torcere, tra il mio pessimo inglese e la mia ignoranza nel campo dell'IT.

Fortunatamente e stranamente, riuscivo a capire bene tutto quello che diceva, peccato che 6 kg di libri gentilmente forniti, mi abbiano fatto subito capire che 1 mese, era un tempo relativamente corto per preparare 4 esami, ma ero lí apposta, quindi non c'era scampo, dovevo almeno provarci...

(questi sono solo la metá dei libri )

(la mia postazione)

Il pranzo si ordinava stando in classe e ce lo consegnavano alle 13:00...
C'era una vasta gamma di pollo in tutte le salse, ma non sapendo mai come fosse, li ho dovuti provare tutti, prima di capire...che non ce n'erano di non piccanti...
In alternativa c'erano menú vegani, esclusi a priori oppure cinese e giapponese che una porzione di riso o spaghetti poteva bastare per una settimana...
C'era pure il menú italiano con Spaghetti alla Carbolara, lasagne alla Bologesa e penne all'Arabiada (provate tutte...qualcosa di appena appena commestibile...)

E cosí ogni giorno, si finiva alle 17 e ci riportavano all'appartamento, dove mi rilassavo un pó osservando e fotografando le bestioline dal balcone, prima di fare una doccia, studiare una mezz'oretta ed andare a cena.

Dopo cena dalle 2 alle 4 ore di studio le dovevo fare, ma i primi giorni, mi addormentavo subito...e mi svegliavo alle 1 o 2 di notte...quindi studiavo fino alle 4 o alle 5 per recuperare, poi alle 7 si ricominciava...

Non é stata una passeggiata e per un mese la mia vita era questa: appartamento, scuola, appartamento e di India non ho visto mai nulla.

FINE SECONDA PARTE

CONTINUA...

Federico Jany Giovanninetti
                                               Personal Facebook: Jany Federico Giovanninetti
                                                               Portfolio: Jany F. Giovanninetti

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